La nuova vita umana
inizia dal concepimento 


Alcuni tentano di giustificare l’aborto sostenendo che il frutto del concepimento, fino ad un certo numero di giorni, non può essere considerato una vita umana personale. In realtà, dal momento in cui l’ovulo è fecondato, inizia una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo è stato fin da allora. A questa evidenza di sempre la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trovi fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: una persona con le sue note caratteristiche già ben determinate. Fin dalla fecondazione è iniziata l’avventura di una nuova vita umana che richiede tempo per completarsi. Anche se la presenza di un’anima spirituale non può essere rilevata dall’osservazione di nessun dato sperimentale, sono le stesse conclusioni della scienza sull’embrione umano a fornire una indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale fin da questo primo comparire di una vita umana: le conclusioni della scienza sull’embrione dicono che si tratta di un individuo umano e, se è tale, è anche una persona umana.

Del resto, basta la probabilità di trovarsi di fronte a una persona per giustificare la proibizione assoluta di ogni intervento tendente a sopprimere l’embrione umano. Proprio per questo la Chiesa ha sempre insegnato che al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è dovuto all’essere umano.

La Sacra Scrittura non parla mai di aborto volontario e quindi non presenta condanne dirette e specifiche in proposito. Ma mostra una tale considerazione dell’essere umano nel grembo materno per cui è giusto pensare che anche ad esso si estenda il comandamento: non uccidere.

Essa mostra che l’uomo fin dal grembo materno appartiene a Dio che tutto conosce, che lo vede mentre è ancora un piccolo embrione informe e che in lui intravede l’adulto di domani i cui giorni sono contati e la cui vocazione è già scritta nel libro della vita (cfr. Salmo 139, 1.13-16).

La Chiesa dalle origini si è opposta all’aborto e all’infanticidio, praticati ampiamente nel mondo greco-romano, e ha colpito con sanzioni coloro che si macchiavano della colpa dell’aborto. Anche oggi punisce l’aborto con la pena della scomunica. Con tale sanzione la Chiesa indica questo delitto come uno dei più gravi e pericolosi, spingendo così chi lo commette a ritrovare la strada della conversione.

 

Stai leggendo l'articolo: "L'aborto non è un diritto ma è un delitto"

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