Gesù di Nazaret rivelato ai piccoli 

- Gesù alla festa delle capanne -


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Gesù alla festa delle capanne

L'estate dell’anno 29 finiva. 
La festa delle Capanne è vicina: una delle tre feste di pelle- 
grinaggio al tempio di Gerusalemme, la più popolare e partecipata. 
Si ricorda la traversata del deserto e si ringrazia per la vendemmia; 
la si celebra dal 15 al 21 Tisri, in autunno tra settembre e ottobre. 
I suoi fratelli, i parenti propongono a Gesù di andare a Geru- 
salemme, e là potrà manifestarsi ai suoi discepoli; di fronte alle 
autorità ufficiali. 


La proposta mira a far desistere Gesù dalla sua concezione 
messianica filiale per una pubblica e politica. La risposta di Gesù 
mostra la differenza delle vedute: egli deve aspettare che si 
compia il suo tempo perché la sua missione contrasta con il 
modo di pensare e vivere della gente comune. Alla festa comunque 
va anche Gesù, ma in segreto. Tutti parlano di lui sottovoce, per 
paura delle autorità religiose, e con opinioni diverse: per alcuni è 
una persona sincera e fa del bene, per altri è un falso profeta. 
Nel mezzo della festa Gesù si presenta in pubblico, nel centro 
religioso e politico del giudaismo, nel tempio di Gerusalemme, e 
si mette ad insegnare per la prima volta nel cuore della ufficialità 
giudaica. I capi giudei sono stupiti della sua conoscenza delle 
Scritture, senza essere stato discepolo di un maestro famoso. Gesù 
afferma subito che la dottrina che insegna non è la sua, ma del 
Padre che l'ha inviato. L'insegnamento di Gesù viene da Dio. La 
veridicità sta nel riferirsi a Dio e compiere le sue opere: questo fa il 
vero profeta; chi si rapporta solo a se stesso è un falso profeta. I 
capi giudei si appellano a Mosè come giustificazione del loro 
potere religioso e non compiono opere buone, anzi non osservano 
la legge di Dio che Mosè ha dato loro. A proposito della guarigione 
dell'infermo nel giorno di sabato, Gesù dice: "Se l'intervento della 
circoncisione che Mosè ha prescritto nella legge (Levitico 12, 3), 
continuando una tradizione umana proveniente dai patriarchi 
(Genesi 17, 12), può essere eseguito di sabato senza infrangere il 
precetto del riposo, tanto più è lecito un intervento a beneficio 
della salute di tutto il corpo di un malato. Si arriva alla questione 
centrale sulla messianità di Gesù. L'obiezione riguarda l'origine 
del Messia. Secondo i capi giudei non si sa da dove venga il 
Messia, mentre è noto che Gesù viene dalla Galilea, da Nazaret. 
"Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: Certo, 
voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono 
venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo 
conoscete. lo però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha 
mandato. Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a met- 
tergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. 
Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: Il Cristo, 
quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto 
costui? 


I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose 
di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle 
guardie per arrestarlo. 


Gesù disse: Per poco tempo ancora rimango con voi, poi 
vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete, e non mi 
troverete, e dove sono io, voi non potrete venire. 
Dissero dunque tra loro i giudei: Dove mai sta per andare 
costui, che non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono 
dispersi fra i greci e ammaestrerà i greci? Che discorso è questo 
che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io non 
potete venire? 


Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levato si 
in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi 
crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorghe- 
ranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che 
avrebbero ricevuto i credenti in lui. Infatti non c'era ancora lo 
Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. All'udire 
queste parole, alcuni fra la gente dicevano: Questi è davvero il 
profeta. Altri dicevano: Questi è il Cristo. Altri invece dicevano: 
Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che 
il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio 
di Davide? E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni 
di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. 
Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei 
e questi dissero loro: Perché non lo avete condotto? Risposero le 
guardie: Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo. Ma i 
farisei replicarono loro: Forse vi siete lasciati ingannare anche 
voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi o i farisei? Ma 
questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta.

 
Disse allora Nicodemo, uno di loro, che era venuto prece- 
dentemente da Gesù: La nostra Legge giudica forse un uomo 
prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa? Gli risposero: Sei 
forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge 
profeta dalla Galilea" (Giovanni 7, 28-52). 


Un’altra circostanza della festa offrì l’occasione a Gesù per 
presentare se stesso e la sua dottrina. Fin dai vesperi del primo 
giorno della festa delle Capanne, il popolo andava nell’atrio 
esterno del tempio recando rami di palma, mirto e salice. Appena 
calavano le tenebre, i sacerdoti accendevano grandi lampade 
appese ad alti candelieri e subito la folla accendeva altri lumi. Si 
svolgevano danze nel mezzo dell'atrio, mentre i leviti schierati 
sui gradini dell’atrio interno cantavano inni sacri e ciò si faceva 
durante gli otto giorni della festa delle Capanne. In uno di quei 
giorni Gesù applicò la cerimonia a se stesso dicendo: "lo sono la 
luce del mondo. Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma 
avrà la luce della vita" (Giovanni 8, 12). 


I farisei gli risposero che nessuno era tenuto a prestargli 
fede, perché egli rendeva testimonianza a se stesso, e la sua testi- 
monianza non era vera. 


La testimonianza di Gesù è garantita dal suo Padre celeste, 
ma i giudei non conoscono il Padre, perché non conoscono Gesù. 
Egli si allontanerà per sempre dai giudei, ed essi moriranno 
ostinati nel peccato di non avere riconosciuto la sua missione. 
I giudei ironicamente gli rivolgono la stessa domanda già 
rivolta a Giovanni il Battista dai loro ambasciatori: Tu chi sei? 
Gesù risponde: In primo luogo, io sono ciò che appunto sto 
dicendo; la frase evita una dichiarazione precisa, la quale invece 
è aspettata dai giudei per potere compiere atti violenti contro di 
lui, come avverrà alla fine della discussione. Gesù continua 
dicendo che quando i giudei avranno innalzato il Figlio dell'uomo 
allora conosceranno che egli è il Figlio dell'uomo fedele esecutore 
della missione ricevuta dal Padre. Questa totale dedizione alla 
volontà del Padre colpisce molti uditori, i quali credono in lui. Ai 
nuovi credenti si rivolge Gesù, e subito intervengono altri presenti 
che sono rimasti a lui contrari. Gesù dice che accettando i suoi 
insegnamenti si ottiene la vera libertà, e questa consiste non nel- 
l'essere discendenti di Abramo ma nella liberazione dal peccato. 
Chi è vero discendente di Abramo compie le opere giuste di 
Abramo, e non cerchi di uccidere Gesù inviato dal Padre celeste. 
Non basta proclamarsi, come fanno gli avversari, figli di Dio, bi- 
sogna anche amare Gesù ed accettare i suoi insegnamenti, perché 
egli è uscito da Dio e inviato da lui; chi non ascolta le parole di 
Gesù dimostra di avere per padre il diavolo che fu omicida da 
principio ed il padre della menzogna. Se Gesù dice la verità, 
perché non gli si crede? Chi può convincere lui di peccato? Chi è 
da Dio ascolta le parole di Dio; ma per questo gli avversari non 
ascoltano Gesù, perché non sono da Dio. 


A questo punto la lotta diviene più serrata. I giudei rispondono 
non con ragionamenti ma con ingiurie: "Non diciamo con ragione 
noi che sei un samaritano e hai un demonio?". Rispose Gesù: "lo 
non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. 
lo non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. In verità, in 
verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la 
morte. Gli dissero i giudei: Ora sappiamo che hai un demonio. 
Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: Chi osserva la 
mia parola non conoscerà mai la morte. Sei tu più grande del 
nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; 
chi pretendi di essere?" Rispose Gesù: "Se io glorificassi me 
stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre 
mio, del quale voi dite: È nostro Dio, e non lo conoscete. lo 
invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come 
voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, 
vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo 
vide e se ne rallegrò". Gli dissero allora i giudei: "Non hai ancora 
cinquant' anni e hai visto Abramo?" Rispose loro Gesù: "In verità, 
in verità vi dico: Prima che Abramo fosse, lo sono". 


Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù 
si nascose e uscì dal tempio" (Giovanni 8, 48-59). 


La discussione è finita. Gesù si è proclamato anteriore ad 
Abramo. I giudei reagiscono all’affermazione del Cristo sulla 
sua preesistenza e sulla sua divinità con il tentativo della lapida- 
zione, voluto dalla legge ebraica contro i bestemmiatori. Gesù 
non lo permette ed esce dal tempio. 


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