Gesù di Nazaret rivelato ai piccoli 

- La parabola delle mine -


Per scaricare il libro completo clicca qui

 
La parabola delle mine

L'evangelista Luca scrive: "Mentre essi stavano ad ascoltare 
queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a 
Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse ma- 
nifestarsi da un momento all’altro. 


Disse dunque: Un uomo di nobile stirpe partì per un paese 
lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati 
dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino 
al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono 
dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a re- 
gnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo 
di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, 
per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il 
primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. 
Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel 
poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e 
disse: La tua mina, Signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche 
a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi 
anche l'altro e disse: Signore ecco la tua mina, che ho tenuta 
riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo 
severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti 
quello che non hai seminato. Gli rispose: dalle tue stesse parole ti 
giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che 
prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che 
non ho seminato; perché allora non hai consegnato il mio denaro 
a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. 
Disse poi ai presenti: toglietegli la mina e date la a colui che ne ha 
dieci. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque 
ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E 
quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, condu- 
ceteli qui e uccideteli davanti a me" (19, 11-27). 


Gesù ha una preoccupazione, smorzare l'attesa del regno da 
parte di molti anche tra i suoi, i quali pensavano imminente la li- 
berazione nazionale con la restaurazione del regno. 


Le parole un uomo di nobile stirpe, forse fanno riferimento ad 
Archelao che si recò a Roma nel 4 avanti Cristo per essere confer- 
mato nella eredità di suo padre Erode il Grande e per ricevere il 
titolo di re. Una delegazione giudaica lo seguì, e riuscì a persuadere 
Augusto a nominarlo re della sola Giudea, con il titolo di etnarca, 
affidando a Erode Antipa la Galilea e la Perea. 


Nella parabola, tuttavia, l'uomo di nobile stirpe è Gesù stesso 
che si sta recando a Gerusalemme per l'ingresso messianico e ri- 
cevere il titolo di re Messia. Forte è la resistenza che vi trova, fino 
a dover pagare con la vita. Egli dà a ognuno una mina perché la 
faccia fruttare per il suo ritorno. Infatti egli ritornerà trionfalmente 
insignito dell'investitura regale, chiederà conto di quelle mine. 
il servo malvagio, incurante del suo re e dei suoi doni, ha messo 
la mina nel posto più insicuro, un fazzoletto, non l'ha fatto fruttificare. 
Quel servo accusa il re, ritenendolo scorrettamente esigente di ciò 
che non ha seminato e mietuto. Atteggiamento audace, con il quale 
quel servo giudica se stesso. il re non chiede indietro la mina, ma 
ordina che venga data a chi ne ha già avute dieci. 


Una magnanimità che contrasta così l'accusa di ingiustizia e di 
severità. Quel servo rimane servo, non è in grado di amministrare. 
La parabola insegna che il trionfo del regno di Dio sarà o 
una ricompensa o un castigo secondo il contegno dei singoli in- 
dividui. Quel trionfo avverrà dopo una partenza e una assenza 
del pretendente al regno, il quale comparirà ed agirà da re 
soltanto alla sua futura venuta. Il pretendente al regno è Gesù, il 
quale è già nel pieno possesso dei suoi diritti regali, ma ancora 
non è partito per andare a ricevere l'investitura pubblica e solenne 
dal suo Padre celeste assentandosi dai suoi sudditi, alcuni dei 
quali gli sono apertamente ostili e vorrebbero che egli non 
regnasse. Questa sua assenza non è breve, perché il pretendente 
parte per una regione lontana e affida ai suoi servi traffici che ri- 
chiedono molto tempo. 


Quando Gesù ritornerà dal suo Padre celeste, allora avverrà 
l'inaugurazione manifesta e solenne del suo regno con il premio 
dei sudditi fedeli e il castigo dei negligenti e ribelli. 
I discepoli perciò non aspettino da un giorno all’altro il trionfo 
del regno di Dio. I nemici di Gesù agiranno accanitamente affinché 
egli non regni, e quando sarà proposto loro di riconoscere ufficialmente 
la sua regalità di Messia, risponderanno di riconoscere soltanto la 
regalità del cesare pagano (Giovanni 19, 15). Durante questa sua 
assenza i suoi sudditi fedeli dovranno superare dure prove, superate 
le quali essi meriteranno di partecipare al trionfo della parusia. 
L'evangelista Luca conclude così: "Dette queste cose, Gesù 
proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme (19, 28). 



Stai leggendo il libro: "Gesù di Nazaret rivelato ai piccoli"
Per scaricare il libro completo clicca qui  
Torna all'indice

Per creare un gruppo di preghiera Adorto
"per la famiglia e la vita"


 clicca qui

Se vuoi scaricare 
il libro testimonianza
 "Vivere 
o uccidere una vita"
  clicca qui

 


Home Page