| Quando l’embrione è stato prodotto non può
            essere abbandonato ed ha diritto ad essere riconosciuto come figlio
            da coloro che ne hanno consentito la formazione. I genitori hanno il
            diritto-dovere di accogliere l’embrione, di prendersi cura di lui
            e del suo sviluppo. Il legami del sangue sono presenti sia nella
            formazione naturale, sia nella formazione artificiale. Questa
            verità che proviene dalla natura fa vedere il comportamento
            superficiale, immorale di quelle coppie che ricorrono alla
            fecondazione in vitro per avere un figlio e poi al momento di
            assumersi la responsabilità dell’impianto scompaiono, lasciando
            gli embrioni orfani nei centri di conservazione. In Italia ci sono
            migliaia di embrioni congelati, in attesa di essere distrutti per
            esperimenti scientifici o essere gettati via come spazzatura. E’
            una barbarie produrre l’embrione non perché viva, ma per farlo
            morire, per farlo diventare donatore involontario delle sue parti
            vitali. La scienza e la tecnica devono servire all’uomo, non il
            contrario. La medicina deve essere usata per la vita, non per la
            morte. Da varie parti arrivano notizie inquietanti di clonazione
            umana, camuffata sotto l’aspetto terapeutico. Il sacerdote Roberto Colombo, biologo
            milanese, ricercatore specializzato nella genetica molecolare delle
            malattie ereditarie, direttore del laboratorio dell’Università
            Cattolica di Milano, ha lavorato come membro della delegazione
            vaticana alla conferenza delle Nazioni Unite, che ha preparato la
            dichiarazione sulla clonazione umana. Egli ha detto: "Oggi non
            possiamo dire se le cellule staminali isolate da embrioni umani
            potranno servire un giorno per guarire una malattia. Non lo possiamo
            escludere in linea di principio, ma neppure affermare con quella
            arrogante certezza che caratterizza i fautori di quelle ricerche. E’
            un inganno, perché non corrisponde a verità, affermare che con le
            cellule degli embrioni possiamo curare le malattie. Nessuno, oggi,
            può dire questo onestamente. Tutto quello che si può dire è che
            vi è una probabilità che ciò si verifichi in futuro. Oggi
            possiamo affermare con cognizione di causa che le staminali dei
            tessuti dell’adulto già servono per curare alcune malattie: i
            trapianti di cellule midollari sono un esempio… Allora è
            ragionevole generare e distruggere embrioni umani per verificare un’ipotesi
            scientifica, anziché andare a fondo di una ricerca che non richiede
            di manipolare e sopprimere l’essere umano, che ha già dato buoni
            frutti e che è molto promettente per la terapia cellulare?"
            (v. Il Foglio, 21-05-2005). Il professore Bruno Dalla Piccola aggiunge:
            "Le cellule staminali embrionali non curano un bel niente, zero
            totale. Dal punto di vista pratico basterebbe solo questo risultato:
            decine di migliaia di persone guarite attraverso cellule staminali
            dell’adulto a fronte dello zero con le cellule staminali
            embrionali. E’ questo che bisogna spiegare. I ricercatori che
            dicono il contrario affermano il falso. Le cellule staminali
            embrionali come strumento di cura per le malattie gravi hanno un
            limite drammatico: sono cellule che hanno un enorme potenziale
            proliferativo, quindi se usate, per esempio, per curare il Parkinson
            o l’Alzheimer presentano un rischio altissimo di generare un
            cancro. I ricercatori reclamano il diritto di
            studiarle per renderle utilizzabili? Certo. Ma rimane l’obiezione
            di fondo scientifica. Queste cellule le abbiamo già senza
            intervenire sugli embrioni e sono quelle dei feti. In Italia abbiamo
            già isolato miliardi di queste cellule del sistema nervoso umano,
            che non rischiano di generare metastasi come quelle embrionali. Con
            le cellule staminali dell’adulto si ricostruiscono midolli
            danneggiati da tumori e leucemie, cornee distrutte da traumi, ossa,
            cartilagini, si guariscono gli infartuati con la ricostruzione dei
            muscoli cardiaci. Ci sono migliaia di evidenze cliniche di questo
            tipo e nessuna dall’altro lato. Tanti scienziati si sono schierati per la
            libertà di sperimentazione perché non tollerano limiti di nessun
            tipo, non vogliono vincoli. Non sono più convinto che la scienza
            sia buona e solo l’applicazione possa essere cattiva. Perché non
            c’è dubbio che la vita comincia con l’embrione, anche solo l’unicellulare.
            E questa è anche la posizione della biologia. Il mio punto di vista, che coincide con
            quello della Chiesa solo per caso, viene da considerazioni di tipo
            puramente biologiche. E la biologia ci dice che la fecondazione è l’inizio
            di un progetto biologico umano, unico ed irripetibile, umano perché
            dentro c’è un genoma umano non quello di un gatto o di un maiale.
            L’embrione è già un individuo, tutti i più autorevoli testi
            dicono questo." |